Oggi abbiamo spedito due pallet di merce in Grecia. Destinazione campi profughi di quella nazione che pullulano di bambini che non hanno più nulla.
Li abbiamo curati in modo particolare. Li abbiamo riempiti di materiale per l’igiene, di vestiti caldi per adulti e piccini, di pannolini, di scarpe praticamente nuove, di giubbotti invernali e di tanti giocattoli.
Perché ancora di piú, chi conosce quel tipo di fanciullezza ha bisogno di giocare. Di rientrare in un mondo che dovrebbe appertenergli ma gli è stato strappato. Dovrebbe riappropriarsi insomma di una vita “normale”. Quella che magari aveva e ora vede solo attraverso una tenda, fango, freddo e pioggia.
Seguivamo la Grecia da tempo. Terra da questo punto di vista dimenticata da tutti. Terra di confine e rotta di migrazioni post belliche. Non potevamo astenerci dal mandare anche da quelle parti un nostro piccolo segnale. Una goccia certo, in un oceano di disperazione. Ma una goccia che ci dona un senso di benessere che scaturisce dalla speranza di poter donare un sorriso, una giornata che abbia la parvenza della “normalitá” in un contesto di disperazione.
Siamo orgogliosi di avere portato la solidarietà della città di Porto Recanati e dei nostri sostenitori di ogni parte d’Italia, nei campi profughi della Grecia. Dopo aver dato un segnale della nostra presenza in Siria e in Bosnia.